Artigianato e sapori lucani nel mondo di GABRIELE Marisa | C.F. GBRMRS58D55H641E | P.I. 02063210765 | PEC: gab.m@pec.it
Via San Giovanni 56
85050 - Castelgrande (PZ)
Italia

Concept design p_fuccella
Il progetto di e-mani attinge a piene mani alle tradizioni della Basilicata più autentica. Si riferisce in particolare all'operosità di artigiani che hanno preservato saperi antichi, nella lavorazione del legno, della pietra, del ferro, della lana e dei tessuti, del giunco, come anche nella trasformazione di prodotti agroalimentari tipici, formaggi, salumi, conserve, vini e oli.
La Basilicata nord-occidentale offre testimonianze vive di queste tradizioni proponendosi come un'area omogenea, dalla lingua, alla cultura, alla storia. Tra le esperienze più significative, e-mani propone quelle di artigiani "istintivi" che tengono viva la memoria di forme ed espressioni d'arte profondamente legate al genius loci, attraverso le quali è possibile cogliere la vera identità di questa terra.
Quella di Antonio è una fantastica casa Museo sulle colline di Picerno che consigliamo a tutti gli appassionati di artigianato puro e arte istintiva di visitare. Lui è persona sagace e sapientissima e volentieri suona la quadriglia per gli ospiti. Antonio Figliuolo, contadino e figlio di contadini, ha capito che fare, scolpire, dipingere fosse per lui vitale e così ha iniziato a creare sculture in legno, bassorilievi, dipinti, che sono la storia illustrata della sua gente e della cultura tradizionale di Picerno. La sequenza della quadriglia, quella dei mestieri, insieme a tutte le altre, restituiscono i tratti di una narrazione altrimenti perduta che insieme alla sua maestria sembra affondare le radici nel tempo lontanissimo dell'antica Lucania, tra mito e realtà. Le opere della collezione sono tante ed entrare nello spazio creativo ed espositivo di questo straordinario e originalissimo artista consente a tutti di fare un viaggio nella storia personale di Figliuolo ma anche in quella della terra che abita da sempre, che in fondo sembra appartenere a chiunque cerchi un paese vivente nella memoria, quella “Lucania che è in ciascuno di noi” di cui Carlo Levi si è fatto cantore. Per visitare il Museo è possibile rivolgersi a Tiziana Figliuolo, tel. 342 5047407.


Nella storia dell’artigianato della Basilicata un ruolo importante riveste la lavorazione del ferro battuto. I repertori archeologici della Basilicata nord-occidentale mostrano una straordinaria ricchezza di elementi in ferro e bronzo lavorato, in parte riferiti agli armamentari dei guerrieri, elmi, schinieri, corazze, e in parte ai raffinati oggetti di uso quotidiano, come vasi, lucerne, tirabrace, spiedi, riconducibili al popolo dei Peuketiantes che abitava questo territorio in età arcaica.
Sagace interprete di questa tradizione è Rocco Taurisano che lavora ferro e bronzo a Tito, paese di idioma galloitalico, donandogli una rara levità, quella che il regista Lorenzo Ostuni ha definito “ferreo viaggio verso la leggerezza”. Lungo il Corso di Tito è possibile visitare la galleria con la mostra permanente di oggetti e sculture realizzate da Rocco nel corso della sua lunga e appassionata ricerca artistica.
Tra i luoghi che più d’altri incarnano la tradizione artigiana della Basilicata, Avigliano custodisce tante significative esperienze del saper fare che si tramanda di generazione in generazione. Tra queste, quella di Annangela Lovallo, raffinata ricamatrice e cultrice del costume tradizionale aviglianese, e quella di Vito Aquila, artigiano coltellinaio che realizza le preziose e ricercate balestre di Avigliano.Questi raffinati coltelli a serramanico sono prodotti con materiali di pregio: per il manico si utilizza corno pieno di bufalo o di toro podolico locale, rigorosamente di sesso maschile; per la lama, acciaio forgiato, damascato o 440c; per la molla, acciaio armonico, mentre per le varole portalama e coniche, l’argento. Infine, per l’intarsio, si utilizza preferibilmente l’argento e, in qualche occasione, anche l’oro. Una produzione ricercata che Vito Aquila propone con dedizione grazie all’esperienza maturata nella bottega del padre e con l’ausilio del maestro Donato Galasso, figlio di Giuseppe, l’ultimo di una stirpe gloriosa di coltellinai aviglianesi. Ad Avigliano è possibile visitare il suo laboratorio, all'ingresso del paese.

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